22 marzo 2011

″I nostri amighi de Casteo″.

Sono chiamate ″Filippiche″ le famose, infuocate, arringhe che il nobile oratore greco, Demostene, tre secoli e mezzo prima dell'era volgare, pronunciò contro il barbaro Filippo di Macedonia, che più volte aggredì in guerra la civilissima Atene. Prima patria dell'idea di stato libero e democratico.
Nel mondo latino, quasi trecento anni dopo, furono famose le ″Catilinarie″; sermoni, che un altro sommo oratore dell'antichità, l'avvocato Cicerone, pronunciò contro Catilina, suo ex compagno d'armi, e suo scorretto rivale politico, accusato di un odioso complotto per sovvertire l'ordine democratico della Repubblica Romana.
La prima orazione, che è anche la più famosa, comincia così: ″ Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?″, che allusivamente tradotta suona:
″ Fino a quando, Casteo, abuserai della nostra pazienza?″.
Sono famose anche le parole contenute nella chiusura della orazione: ″O tempora! O mores!″, che tradotto direttamente dal latino nel nostro bel dialetto veneziano suona:
″Dove andaremo a finir, de 'sta casèa?″
Per la cronaca diremo che, Catilina, costretto a fuggire da Roma a seguito dell'intervento di Cicerone, fu ucciso, vicino a Pistoia, nel corso di uno scontro con l'esercito romano. I suoi resti furono gettati nel fiume.
So che siete intelligenti e quindi molto curiosi, e vi state chiedendo. ″E Filippo, come è andata a finire con Filippo? Che fine ga fato?″.
Dovete sapere che questo Filippo, che tra parentesi era il padre di Alessandro Magno, fu ucciso dal capo delle sue guardie del corpo, un certo Pausania, sembra per questioni di torbidi amori tra maschietti.
Così, quasi ventuno secoli dopo, nel nostro piccolo, abbiamo pensato di pubblicare, anche noi, le nostre orazioni; pensavamo di chiamarle, ″Castellanarie″ o ″Castelliniche″; però siccome entrambe questi titoli fanno schifo, abbiamo deciso di usare un semplice e diretto:
″I nostri amighi de Casteo″.
Ve le dedichiamo di cuore e avremo un mostruoso piacere se verrete a leggerle sul nostro blog. Per dire il vero confessiamo che, in un attimo di perfida maliziosità, in un attimo di umana debolezza, abbiamo anche pensato: ″ Ti vol veder che i fa ″copia incolla e i se mete tutto sul so blog″, ma ci siamo subito pentiti.
Diremo anzi che, seppure la nostra mente sia subito corsa alle parole di uno dei nostri più grandi politici del secolo scorso - Ahi! povera Italia, anche lui in odore di mafia - ″A pensar male ci si azzecca quasi sempre″, ci siamo addirittura vergognati e ci siamo detti:
″Ma cosa ti vol, cosa ti va a pensar? De sicuro no i lo fa per copiar o sconder e idee dei altri. I xe anca lori dei sportivi, come noialtri, xe persone che ghe piase combater, con bravura e con lealtà; anca se coi remi...″. Qua però tasemo, un po' per pudore, un po' per pietà.
Metteremo sul vostro blog un commento, non anonimo ovviamente, che quindi, siamo certi, supererà la censura e verrà subito pubblicato. Sarà l'invito a venirci a trovare: così come per fare visita in casa di amici. Se volete potete portare anche dei fiori. Saranno certamente graditi.
Stiamo pensando a una cosa del tipo: "Cari amici de Casteo, se andate sul nostro Blog: ″canottieritreporti.blogspot.com″ - ops! che distratto, scusate, dimenticavo che l'indirizzo lo conoscete benissimo - troverete qualcosa a forma di uccello per voi.".
Alt! Non dovete pensare male, solo che il titolo è : ″ L'avvoltoio″, il nome, appunto di un uccello, di penna.
Noi siamo generosi, con la penna come col remo, e per la vostra delizia vi promettiamo che sarà solo il primo di una lunga serie. Ad ogni modo, fateci sapere, se vi facciamo troppo male, smetteremo immediatamente, se chiederete perdono; altrimenti, sapete che siamo persone buone e sensibili: useremo un poco di vasellina, per attenuare il dolore.
Noi in fondo siamo rimasti bambini, siamo semplici, innocenti e senza cattiveria. Guardate, perfino ci viene in mente l'antica filastrocca: ″E quei de casteo, va tor l'acqua col seceo; ma quei de Treporti, col blog i xe i più forti″. Anca coi remi, se xe per queo!. Ordunque, sù, venite. Venite a vedere, venite a trovarci: noi vi aspettiamo.

L'Avvoltoio
″Once upon a time″: C'era una volta un giovane blogger, bravo de penna e anca de remo. Inteligente, onesto sincero e beo, insomma: alto, biondo, coi oci celesti.
El gaveva apena vinto una regata, de caorlina, stanco ma entuasiasmà, gaveva lavorà tutta la notte per far el film dea regata, per meterghe la musica più bea.
El xe andà avanti cusì, fin che nol ga pianto vardando el so film. Allora, finalmente, el ga dito: ″adesso va ben!″; alora el xe andà a dormir. Prima però el ga meso in cuna i so putèi: el film co la musica e un articolo che un so amigo gaveva preparà apposta per lù.
Per la stanchessa el ga ciapà subito sono; ma, sarà sta per i cicchetti, sarà sta per la fadiga o forse, per l'emosiòn, el ga fato un bruto sogno, un incubo orrendo.
Ghe gera un oseo , grando, bruto, nero, che svolava sora del Forte Vecio, vicin de Ponta Sabioni, sora de la nostra Remiera: un avvoltoio. Savè de quei africani coe barabagole rosse sulla testa; quei col colo e col culo tutto speà.
Coi so artigli el ga cavà i do putei dalla cuna. Svelto el se xe svolà via sbattendo e ale verso Venexia, verso Casteo. Dopo el ga visto che li portava nea so tana, su un blog.
Allora, de colpo el se ga svegià, tuto suà. No ghe credarè ma el gera, anca, già tuto incassà.

4 commenti:

Remiera Casteo ha detto...

..a Francesco "leonard" Lazzarini...

Rimango trasalito leggendo quanto scritto in questo post. Te lo dico. Tu mi rispondi: . Il rapporto che c'è tra di noi me lo permetterebbe se la cosa fosse stata internos, privata ma hai reso pubblica questa cosa e chi legge, non conoscendo che tra noi c'è un feeling speciale, riceve un solo messaggio: . Rendendo visibile sul mio sito una manifestazione da voi organizzata, ho riportato qualche riga della cronaca scritta da Renato Bullo. La dicitura "LEGGI TUTTO...VAI!" che concludeva queste poche righe rimandava la lettura completa dell'articolo al tuo sito (come è giusto che sia). Altri due pulsanti rimandavano al tuo blog e perchè non ci fossero fraintendimenti ho messo grande il logo della vostra società (con link). Le poche righe da me "plagiate" erano precedute dalla dicitura "di Renato Bullo". Morale della favola, penso di avere avuto un comportamento corretto nei Vs. confronti e di non aver rubato nulla. Penso che, viste le 734 visite che il blog "remiera casteo" ha avuto negli ultimi due giorni, sia stata una mia cortesia nei Vs confronti nonsia altro che per la pubblicità e visibilità che vi ho dato. Penso autocriticamente che non me l'avete chiesta. Penso che non ti è mai dispiaciuta. Penso che quando non ho potuto procurarmi le informazioni riguardanti un evento che capitava dalle tue parti mi hai sempre aiutato a recuperarle. Penso che non accetterò questo articolo che hai pubblicato con la filosofia che mi chiedi (sempre per il fatto che i lettori penseranno che noi siamo "ladri di idee"). Penso che tu sappia l'ascendente che hai su di me e per questo non riesco ad arrabbiarmi completamente per questo ti lascio anch'io due righe provenienti dal passato...



Un uomo aveva due figli.
Il più giovane disse al padre: «Padre, dammi la parte di eredità che mi spetta!»
... e il padre divise tra i due le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo tra i piaceri e l'ozio. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi in difficoltà...allora andò e si mise al servizio di uno degli abitanti, che lo mandò a pascolare i porci. Cominciò davvero a soffrire la fame, allora rientrò in se stesso e disse: «Mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò che ho sbagliato e di trattarmi come uno dei suoi servi». Partì e si incamminò verso casa sua. Quando era ancora lontano, il padre lo vide e commosso gli corse incontro... gli si gettò al collo e lo abbracciò. Il figlio cercò di scusarsi, ma il padre lo interruppe e ordinò ai suoi servi di portare subito il vestito più bello, di mettergli l'anello al dito e i sandali ai piedi; ammazzare il vitello grasso e fare festa per il figlio ritrovato. Intanto il figlio maggiore, che si trovava nei campi,
tornando a casa udì la musica e le danze; chiamò un servo e questi gli disse che era tornato suo fratello e il padre aveva ordinato di fare festa. Il figlio maggiore si arrabbiò perché, nonostante lui
fosse stato sempre ubbidiente, non aveva mai ricevuto tanti onori, e non voleva entrare in casa. Allora il padre uscì a pregarlo per fargli capire tutto il suo amore e che quanto aveva era anche suo, ma bisognava far festa perché il fratello si era perduto ed ora era tornato...continua...

Remiera Casteo ha detto...

...segue...



Dio è un padre che non si dimentica mai di noi, pieno di misericordia, proprio come quello della parabola, che perdona sempre, ancora di più quando riconosciamo di aver sbagliato e abbiamo l'umiltà di tornare da Lui, così come ha fatto il figlio più giovane. Ci aspetta sempre a braccia aperte e non fa distinzione di persone, accoglie tutti. Quando pensiamo di essere persone ubbidienti, perfette, che compiono sempre il proprio dovere, come il figlio maggiore, non dobbiamo dimostrarci gelosi o invidiosi se non otteniamo gratificazioni per il nostro comportamento; dobbiamo invece chiederci se quello che facciamo è veramente frutto dell'amore oppure forza dell'abitudine.

cfr. LUCA cap. 15 vers. 11-32


con amicizia
massimo veronese

mirco ha detto...

E' un vizio di famiglia tirare in ballo la Divinità? Mi viene in mente il vostro capo Giovanni che al teatro Toniolo a Venezia il 12 dicembre dell'anno scorso ha esordito dicendo "Dio vuole male al Coordinamento, ma io la notte gli parlo e lui mi ascolta." Mi sembra a dir poco irriverente che vi paragoniate all'Eterno, nella vostra infinita bontà e tolleranza. Tutta colpa mia che forse ve ne le ho date troppo fisse e state uscendo di testa. Abbiate pazienza ci spiegheremo meglio con un articolo apposta, magari mettete il link sul vostro blog, così, graziosamente, ci date una mano a noi proletari (non in senso bolscevico, ma nel senso che abbiamo poche visite rispetto a voi, potevo dire anche diseredati o derelitti ma mi piaceva meno; ognuno ha i suoi gusti. Almeno quello, vi pare?) del blog.

Gabriele L ha detto...

Ciao Massimo, mi è dispiaciuto vedere che te la sei presa per il post da NOI pubblicato, hai visto solo che le parole usate erano pungenti ma non il tono ironico del testo.. non mi dilungo in questo commento anche se di cose da dire ne avrei parecchie.. il mio pensiero lo trasmetterò nei prossimi post o commenti..vorrei solo sottolineare che il nostro è un blog libero GESTITO DA PIU' PERSONE..
colgo l'occasione per salutarti
Gabriele Lazzarini