Il
boccolo.
Ed
ecco che un angelo, presa la forma di un potente leone alato, vola
nella tempesta del mare e saluta Marco:
"Pax
tibi, Marce, evangelista meus. Hic requiscet corpus tuum"
"Pace
a te, Marco, evangelista mio. Qui riposerà il tuo corpo.”
Ancora
oggi queste parole si leggono scolpite nel libro aperto che mostra il
nostro leone, e ancora oggi queste parole riempiono di antico orgoglio
i cuori degli uomini della nostra laguna.
Così,
fin dai lontani tempi della Serenissima, il 25 Aprile è
festa, a Venezia; è la festa di San Marco: “Ea festa del nostro leon!”; e
in questo giorno i veneziani regalano alle loro donne un rosso
bocciolo di rosa.
E
il cuore di Maria, la figlia del Doge, si perdeva negli occhi azzurri
di Tancredi, e Tancredi le accarezzava i capelli, e la sua voce
intonava per lei soavi canzoni.
E per la sua Maria Tancredi partì per la Spagna, a combattere i mori, in cerca di gloria; e il sangue di Tancredi, ferito a morte, colorò di rosso un tenero bocciolo di rosa.
E per la sua Maria Tancredi partì per la Spagna, a combattere i mori, in cerca di gloria; e il sangue di Tancredi, ferito a morte, colorò di rosso un tenero bocciolo di rosa.
“Vai
amico mio, torna da lei, ti prego porta questo fiore a Maria: è
rosso, è dolce, come le sue labbra; dille che muoio felice pensando
ai suoi baci”.
E l'amico portò il fiore a Maria, e quel giorno Maria morì d'amore, stringendo quel fiore sul petto.
E l'amico portò il fiore a Maria, e quel giorno Maria morì d'amore, stringendo quel fiore sul petto.
Così
narra l'antica leggenda, e così noi, come se fosse il nostro boccolo,
regaliamo questo racconto a tutte le donne della nostra remiera.
mirco
2 commenti:
e sto povaro picenìn, gnanca un comentìn!
Lovely post thanks for posting
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