19 marzo 2011

Prossimi alla "Pegoea"

Domenica 20 marzo la regata "dea Pègoea" sarà ormai giunta alla sua quarta edizione.
Erano arrivati alla spicciolata, coi loro remi fuori dal finestrino delle automobili. La piccola folla dei regatanti, di amici e parenti, si era radunata sul prato della remiera. Battendo i piedi sull'erba ghiacciata, con le mani in tasca, guardando per terra con il collo rannicchiato tra le spalle, spiando con lo sguardo, ciascuno cercava negli occhi degli altri quella speranza che non osava sperare:
″Cosa femo fioi?″
Febbraio 2008, i primi del mese. In darsena, al Forte Vecchio, l'acqua grigia rabbrividiva nell'aria immobile e una nebbia opaca nascondeva Sant'Erasmo in lontananza e la sponda del canale di San Felice.
Qualcuno sceso giù nel pontile, guardava verso l'uscita della darsena. Già immaginando la sua mascareta scivolare elegante sull'acqua; spingendo sul remo, sentiva la piccola onda gorgoliare davanti alla prova; dietro vedeva la tenera scia di schiuma leggera, e la dolce carezza dell'aria lo sfiorava sul viso.
Qualcuno si rivedeva bambino sulla sua prima barca. Ricordava, commosso, com'era una volta anche lui con la sua mascareta: già sono passati vent'anni. E pensava ai nuovi bambini che vogano ancora, e ancora vedeva nell'entusiasmo ardente, negli occhi, la sua gioia, la sua antica passione.
Era sicuro. Impareranno anche loro, a guardare i più bravi, a mettere impegno e umiltà; impareranno con lealtà a rispettare i compagni; impareranno a impostare la barca, a trovare nell'equipaggio il loro posto migliore; impareranno anche, che ci vuole un po' di fortuna. Impareranno che quando uno vince, con lui, devono vincere tutti: i regatanti, la sua remiera, gli spettatori, il suo comune, la sua gente; vincerà la sua terra.
Un sommesso brusio: il triste presagio è ormai diventando realtà:
″Che Pègoea amighi mii, qua no se pol far più gnente″.
Tra i presenti, qualcuno, un socio, un nostro amico, ha una idea e ci vuol consolare. Esorcizza la delusione: ecco facciamo una regata, alla fine dell'inverno. Una festa per i giovani, per le donne e i campioni, per tutta la nostra remiera. L'idea piace; si entusiasma e condivide anche il Comune.
Il nome rimase "Pègoea": un po' per la nebbia un po' per la sfiga.
Per una settimana, vedere nove caorline allenarsi: un trionfo festoso di colori di barche e di remi, una sfida all'inverno, alla tristezza, un dolce presagio di primavera. Le barche in regata, nel tiepido sole del pomeriggio dorato. Dalle rive la piccola folla, che attenta, incita e applaude. La gioia e l'orgoglio dei vincitori sul palco.

Qest'anno, piacevole e tenera, una novità: una "maciarella" in ogni equipaggio. E noi pensiamo all'entusiasmo preoccupato dei nostri ragazzi: con il cuore in gola, già sentendosi come piccoli campioni, già a vogare in barca coi grandi, con tutte le forze.

E poi? E poi volete che manchi il rinfresco? Generosa, come sempre, provvede la locanda "Zanella", a Treporti.

Come di consueto, la partenza, davanti la sede della Canottieri Treporti, verso le 15:00; per i regatanti trovarsi un poco prima, alle 14:30.

Siete tutti invitati . Abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo fatto di tutto perchè sia uno spettacolo, un giorno felice, per voi e per noi, per la nostra voga, per la nostra remiera. Abbiamo fatto col cuore.

Prima possibile, metteremo in questo blog la cronaca, il video e le foto della Regata. Intanto auguriamo a tutti buon divertimento ma, ricordate:

"Alla regata dea Pègoea, porta de tutto, ma Pègoea no; no stàghene portar. Me raccomando! !".

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