Associazione Sportiva Dilettantistica senza scopo di lucro. Corsi di canoa, kayak e voga a Punta Sabbioni, Cavallino-Treporti (VE)
31 gennaio 2011
Presagio di Primavera nella nostra Remiera, addio a una vecchia caorlina.
28 gennaio 2011
LA PRIMA REGATA STORICA CON LE CAORLINE
Una bella fotografia in bianco e nero, per il nostro archivio virtuale. Ringraziamo di cuore l'amico Antonio Padovan, Presidente della Remiera Cavallino, che conoscendo la nostra passione, ne ha fatto dono gentile al Vicepresidente della nostra Società, Tony Guerra.
Due righe che Antonio ha accluso alla foto hanno fatto rivivere quel lontano giorno di fine estate dell'anno 1951: si era disputata, in Storica, la prima regata di Caorline.
Due anni prima, eravamo a settembre dell'anno1948, l'avvocato Giobatta Gianquinto, Sindaco della città lagunare, inaugurando quel Monumento ai Caduti della Seconda Guerra, che si può ancora vedere in piazza al Cavallino, aveva assistito - astutamente invitato dai nostri vecchi - alla variopinta regata di Caorline disputata nell'occasione.
Rimase colpito dalla suggestiva bellezza della manifestazione: con lui ci sembra di rivedere le barche variopinte con le prove bianche di spuma, spinte sul riflesso dell'acqua dal ritmo elegante e preciso dei remi; la foga instancabile dei nostri equipaggi e la piccola folla, in piedi sulle rive del Pordelio, che si anima incitando festosa.
Così il Sindaco volle inserire nel programma della Regata Storica anche una regata di Caorline.
Le Caorline erano a quei tempi vogate solo da cinque remi e le barche venivano sontuosamente decorate -- secondo una vecchia consuetudine legata al ricordo dei viaggi dei nostri vecchi, ortolani e pescatori, per arrivare primi a Rialto e vendere bene al Mercato -- con frutta ed ortaggi quelle di Cavallino, Saccagnana,Treporti, Lio Piccolo, S. Erasmo,Vignole; con le reti, con le cime e gli attrezzi da pesca, quelle di Burano, Mazzorbo, Giudecca e Pellestrina.
Ritornano alla mente i racconti dei vecchi contadini: gli orti rigogliosi scavati spianando con pala e carriola, a sola forza di braccia, le aride dune montoniche. Nel racconto rivedo i bambini con i vestiti dei fratelli più vecchi e le scarpe più grandi dei piedi, per andare a scuola; ecco le donne mai ferme, mai stanche a lavare, a cucire, a chiamare le galline a raccogliere le uova, e poi a cucinare, e ancora ad aiutare nella quotidiana fatica dei campi.
D'estate, dopo il lavoro, mentre nell'aria umida e calda della sera echeggiavano le voci dei bambini che giocavano nuotando in canale, gli uomini correvano alla riva e con gesti sapienti e precisi caricavano nelle Caorline il frutto della loro fatica sui campi: verdure, ortaggi, frutta e anche dei fiori, quando era stagione.
Dopo cena, le barche variopinte e profumate, spinte dai vecchi remi, salpavano veloci e silenziose verso Venezia, lasciando nell'acqua appena increspata una scia leggera leggera; vogando, a poco a poco, arrivava la notte e, nel misterioso silenzio della laguna, presto spariva il festoso rumore dei giochi e l'aria bruna inghiottiva nel buio il dolce profilo delle case lontane.
All'alba, in silenzio, si scaricavano veloci le barche mentre, con l'alzarsi del nuovo sole, il mercato si animava di rumori e di voci, nel profumato trionfo dei colori delle verdure, della frutta e dei fiori.
Qualche volta il prezzo era buono, tutto era finalmente venduto, finalmente il ritorno e la barca scivolava leggera sull'acqua; non c'era stanchezza nei remi che ancora battevano l'acqua fino al canale, fino alla loro riva e, legata la barca alle paline, via a casa; la tavola era già pronta, la festa negli occhi spalancati dei bambini, la gioa nello sguardo innamorato della moglie; non mancavano mai pane, vino e salame.
Qualche volta finivano i soldi, allora per tirare avanti, si tornava a spianare, venti trenta centimetri ancora più sotto, e in attesa del nuovo raccolto si vendeva la terra.
La regata era una festa, non si poteva mancare. Non c'era molto tempo per allenarsi, ma i loro corpi erano già pronti, temprati dall'acqua e dalla terra, e caparbi sui remi buttavano fuori quasi con rabbia tutta la loro instancabile forza.
Per qualche anno i nostri contadini e i nostri pescatori, non ebbero rivali e gareggiando tra loro vinsero tutte le regate di Caorline: i remi erano quelli del lavoro, non avevano remi nuovi da regata, né forse possedevano la tecnica raffinata dei gondolieri, ma i campioni erano loro, resi invincibili dell'orgoglio della loro fatica.
La prima Regata fu vinta proprio dall'equipaggio di Cavallino: Bacciolo Ugo in pope; gli altri quattro erano Angiolin Ermenegildo, Angiolin Tarquinio, Bozzato Afredo e Smerghetto Abbondio.
Nei loro volti bruciati dal salso e dal sole, nei loro corpi asciutti, nel gesto spavaldo dei remi alzati, la foto ci mostra la sommessa dignità, la fierezza di questi piccoli grandi uomini; per un momento ci sembra di sentirli parlare, stanchi e orgogliosi, e udiamo le loro voci e la dolce cadenza del nostro dialetto: ″Gavemo vinto!″
23 gennaio 2011
PRIMA REGATA DELL'ANNO!
La prima regata dell'anno, la regata delle Sechere.
Senza una nuvola nel celeste intenso del cielo, un caldo sole d'inverno intiepidisce l'aria tersa e tranquilla, brillando sull'acqua del canale di San Felice; il dolce profilo di S. Erasmo ci sorride in lontananza con il suo ultimo verde.
Una giornata stupenda: laguna piatta, temperatura frizzante, appena sopra lo zero, corrente de dosana, prepotente: si parte a seconda.
Dopo le prime battute, spavaldo il marron è subito davanti seguito da viola, giallo, bianco e rosso, che accaniti sui remi ingaggiano un generoso testa a testa per il secondo posto.
Prima del palo, una svista del giallo uccide le speranze del bianco che procedeva sognando già una bandiera.
Al paletto il marron gira in testa, per primo; il viola e' ancora secondo ma va in abbordo del rosa che lanciato alla rimonta lo aveva appaiato.
Il rosso gira bene e si prende il secondo posto; svelti il verde ed il celeste, approfittando dell'incidente, si avventano voracemente sulle due bandiere rimaste.
Vadano i nostri complimenti e il nostro vivo ringaziameto a tutti i regatanti, per l'impegno e la passione, alla variopinta piccola folla di spettatori per il festoso incitamento; vadano agli organizzatori, per la ottima preparazione e anche a quelli della giuria anche se per principio non meriterebbero mai niente.
Un ringraziamento particolarmente sentito vada alla protezione civile di Cavallino Treporti, generosa e, come sempre, professionale ed efficiente.
Un altro ringraziamento speciale vada poi a Lucich Kevin, per il servizio fotografico che renderà generosamente disponibile a breve.
Un grazie di cuore infine all'assessore allo sport, Maurizio Orazio, per l'entusiasmo con cui, tifando dalla barca della giuria, ha seguito la gara.
QUESTA LA CLASSIFICA FINALE:
2) Costantini Francesca Lazzarini Gabriele
3) Molin Deborah Lazzarini Enio
4) Tagliapietra Giulia Lazzarini Francesco
5) Costantini Alberino Amadi Maria Luisa
6) Busetto Giusi Costantini Cristiano
7) Zane Erika Zane Matteo
8) Waltz Barbara Vianello Roberto
9) Lonicci Deborah Tagliapietra Enrico
Regata delle "Sechère"
Siete tutti invitati! a dopo!
20 gennaio 2011
"Grande festa inaugurale della Voga alla Veneta": LA NOSTRA OPINIONE!
″Desponsamus te mare in signum nostri perpetuique dominii ″, in queste solenni parole, pronunciate dal Doge il giorno della "Sensa", l'antico orgoglio della Serenissima si compiaceva di se, consapevole della propria potenza, frutto indomito della libertà dei suoi cittadini.
Questo noi vogliamo avere negli occhi e nel cuore quando ci ritroviamo insieme con le nostre barche;
nell' elegante movimento del remo sentiamo rivivere la composta antica fierezza e ogni volta ci commuove vedere nei volti dei nostri compagni lo stesso sommesso messaggio:
″savemo e voemo vogar, semo ancora e sempre saremo, venexiani″.
Non ci appartengono gli Oracoli delle Barene, non ci appartengono fasulle cerimonie celtiche, qui siamo a Venezia!
Vedete, noi non siamo
Ricordate l'antico adagio ″Venexiani gran Signori″; non preoccupatevi:
″paghemo nialtri, basta che la compagnia sia bona; ma, no semo i sorsi che come mone casca nelle trappole col formaggio″.
Noi siamo quelli che rispettano il piatto dove mangiano e non condividiamo l'autocompiacimento nel roboante messaggio xenofo:
″Una riuscitissima festa popolare, simbolo di una Venezia che non vuole arrendersi al degrado e alla monocultura turistica″.
Noi andiamo in barca per vogare, non per fare politica; e noi la facciamo, altro ché se la facciamo, la politica, ma da cittadini nei posti giusti, a viso aperto, senza bisogno di contrabbandare le nostre idee.
Noi ci ricordiamo che mentre ancora ″nel bel paese là dove il sì suona ″ l'arroganza dei potenti, la superstizione e l'ignoranza schiacciavano gli uomini e le idee, la Repubblica Serenissima permetteva ai suoi cittadini di vivere già liberi e fieri dei propri doveri e dei propri diritti: consapevoli della giustizia e della saggezza delle loro leggi.
Noi vogliamo sentirci eredi di questa tradizione; non siamo arrivati in laguna, sfuggendo al martello barbarico:
″coperti di pelli, a cavallo di un tronco, vogando con un ramo raccolto sull'acqua″;
noi, sinceramente, ci preoccupiamo per chi:
″parla direttamente con Dio, che vuole male alla Voga Veneta″;
non ci interessa pagare il prezzo del ridicolo per:
″essere salvati dai nuovi barbari″;
non ci interessa la gente che:
″si sfila all'alba dal letto e vola dal governatore, a piedi nudi sulla neve″.
Citazioni testuali tratte dal discorso pronunciato dal signor Giovanni Giusto, Presidente del Coordinamento delle Società Remiere, nel corso della festa del Coordinamento, Domenica 12 dicembre 2010, palco del Teatro Godoni, 4650 San Marco, Venezia.
Noi non abbiamo bisogno della farsa, ci bastano le nostre commedie, ci bastano le Baruffe Chioggiotte, ci basta Sior Todaro brontolon, ci basta cantare ancora l'antico glorioso inno di San Marco, ci basta il nostro Leone col libro aperto, che dice a tutto il mondo:
″Pax tibi Marce Evangelista meus, hic requiescet corpus tuum"
Questo era lo spirito dei commenti, che sono stati censurati, perché anonimi: giustamente; noi abbiamo accolto il Vostro invito e abbiamo riformulato.
18 gennaio 2011
Anno nuovo, vita nuova!
Non è passato neanche un mese dall'inizio della nuova stagione remiera, è vero che non ci sono ancora le belle giornate, il sole, il caldo ecc ecc, eppure i regatanti sono già in barca da un pezzo! pazzi!.
L'anno scorso è stato un anno un po' più brillante del solito per noi, abbiamo avuto 3 coppie di bandierati nella regata del Redentore (serie b), 2 Caorline in Canal Grande alla Storica (tra cui persino la terza classificata!), una coppia di donne costantemente nelle regate comunali e infine baldi giovani sia negli under 18 che nelle "maciarele"! (potrei citare molto altro ma chiudete un occhio).
Tutto bene ciò che finisce bene dicono, eppure chi si accontenta più ormai di questi anni?
Basta vedere l'ormai leggenda vivente Bruno "strigheta" che ancora trova la forza per tornare in "sella al proprio gondolino"! mi sembra già di vedere poi l' Highlander Aldo Dei Rossi, con i suoi ottant'anni suonati, tornare ogni estate a sfilare con la nostra gondola per i canali!
Allora io dico, se smettere è così difficile, perchè non cominciare? di certo non fa male, è salutare e poi è parte della nostra cultura! qualcuno dei vecchi direbbe "ho l'acqua salsa nelle vene", vi assicuro che non è pazzia, sono certo che, chiunque si appassiona, riesce a sentire qualcosa di veramente simile dentro.
Siate in tanti quest'anno, anzi tantissimi, alla Canottieri Treporti, per imparare, per divertirsi e perchè no, per mettersi in gioco! Mi auguro che ci troveremo anche quest'anno, tutti insieme, a condividere la nostra amata laguna Veneta.
15 gennaio 2011
Regata storica 2010: gondolini
Girando per la rete web, sopratutto su Youtube, si possono vedere molti video su questa spettacolare formula 1 del remo, purtroppo nessuno di questi è completo o privo di opinioni e critiche sull'andamento della gara.
Estranei alle discussioni, alle critiche e a tutte le opinioni, abbiamo scelto di mettere in risalto la regata così com'è, bella ed emozionante, con l'intento che i nostri giovani si sappiano sempre guardare dalle opinioni degli altri e che crescano così, liberi dai pregiudizi e capaci di apprezzare quello che è: una sana competizione.
09 gennaio 2011
Il 23/01/2011 alle ore 15:30 si svolgerà, nello specchio d'acqua antistante la nostra remiera, una regata su mascarete con equipaggi misti (UOMO- DONNA).
Il percorso sarà il seguente: Partenza davanti la darsena di Lio Grando,giro del paletto all'altezza dell' ex ricevitoria di Treporti e arrivo davanti la canaletta della Canottieri Treporti.
Gli equipaggi in gara saranno i seguenti:
Busetto Giusi Costantini Cristiano
Tagliapietra Giulia Lazzarini Francesco
Waltz Barbara Vianello Roberto
Lonicci Deborah Tagliapietra Enrico
Davanzo Luigina Angiolin Davide
Zane Erika Zane Matteo
Tagliapietra Magda Bacciolo Vittorio
Ambrosi Giulia Comin Andrea
Amadi Maria Luisa Costantini Alberino
06 gennaio 2011
Società Canottieri Treporti: Una tradizione che continua e ... "Un gropo in gola"
Presentiamo qui una collezione di fotografie, rimaste per lunghi anni dimenticate, per colpa del caso, della indifferenza, della fretta, della banalità, in mezzo a mille altre cose, dentro un armadio; ora la curiosità, la fantasia e l'amore di alcuni giovani soci le stanno facendo rivivere.
Quando possibile, ogni fotografia è stata dotata di tutte le informazioni che abbiamo potuto reperire: la data, l'evento, l'equipaggio, note di cronaca e notizie varie.
Non è stato un lavoro facile: qualche volta, parlando con i nostri "veci", abbiamo potuto ricostruire i fatti e risalire alle circostanze precise dello scatto; altre volte, quando le notizie sembravano perdute, ci siamo affidati a ricostruzioni plausibili: abbiamo racchiuso i dati tra parentesi, per avvisare il lettore. Continueremo, comunque, a cercare.
Quello che non è stato possibile scrivere sotto alle foto sono le sensazioni che abbiamo provato e le emozioni che abbiamo rubato ai paesaggi, all'acqua, alle barche, alla gente sulle rive, ai volti
dei protagonisti.
Ogni fotografia è il presagio di una storia, il rimpianto di un prima e di un dopo, che fuggono via da noi, lasciandoci in bocca l'amaro scorrere del tempo, appena addolcito a volte, dalla struggente tenerezza del ricordo.
Ora guardiamo assieme le foto e ,ricordando, pensiamo: "chissà, forse xe il salso, forse xe l'aria, forse xe el magnar, o xe i bei oci de le done", ma ogni volta che dei nostri sono saliti in barca, lei ha corso, lei ha volato e ancora vola: "Tutto se pol dir, de un de Treporti o de Lio Piccolo o de una de le nostre bee Contrade, fora che no i sia tutti omini de barena: testoni, cocciuti ma, sora de tutto, pieni de orgoglio e pasiòn , per le barche, pel remo, per la so laguna e le so tradisiòn"
Così, i nostri vincevano, sempre, ma era per gli altri; allora si sono fatti la loro Remiera: era il 29 di giugno dell'anno 1949.
Erano tempi duri, e le ferite orrende della guerra, che in apparenza iniziavano a rimarginare, avrebbero invece sanguinato per quaranta anni ancora , fino alla caduta del muro.
Anche il '49 fu un anno duro e, certamente, non fu un anno qualunque: il 4 di maggio, l'aereo siglato I-ElCE con a bordo i calciatori della squadra di calcio del Torino, si schiantava in fase di atterraggio, contro la collina di Superga, non ci furono superstiti; quell'anno, Enrico Mattei scopriva il petrolio a Cortemaggiore, in Romagna, vicino a Piacenza; in Sicilia Scelba uccideva i braccianti che protestavano per il pane e per un pezzo di terra; l'Italia di De Gasperi e di Pio XII entrava, quell'anno, nel Patto Atlantico.
Mentre la Russia compiva i suoi primi esperimenti atomici e i paesi dell'Est, servi ormai del sanguinario dominio di Stalin, davano vita al Comecon; la Cina di Mao Zedong, a novembre, era già Repubblica Popolare Cinese. Nasceva la Guerra Fredda: gli arsenali atomici degli opposti schieramenti si riempivano di bombe, e una sorda minaccia avvelenava la speranza.
Nel suo piccolo la Società Canottieri Treporti, tra mille difficoltà, sostenuta dalla passione dei suoi atleti e dai numerosi crescenti successi sportivi, passava dal Canottaggio, alla Canoa e poi alla Voga alla Veneta. I campioni sono stati moltissimi, noi li ricorderemo qui, tutti insieme, come una cosa sola, senza far nomi; per non far torto a nessuno.
Siamo arrivati ai nostri giorni: ancora ci battiamo e sempre con onore, con tutte le barche: con le caorline, con le donne, con i pupparini, con i sandolini, con i giovani e le maciarelle.
Rivedo il Vecchio Forte , i forti olmi frondosi, il Canale di S. Felice, il dolce profilo di S. Erasmo e, lontano, il campanile di Torcello: maestosa passa la Motonave, in silenzio, ma l'onda rabbiosa entra nella piccola darsena, variopinta, e tutte le barche sobbalzano, tirando furiose gli ormeggi alle paline.
Ghe xe e Maciaree che se prepara le mascarete; ghe xe e done grintose: bee ma cative. De sera,
finio el lavoro, riva quei forti e i se prepara le barche: i ga i so remi personali, lustri e bellissimi; i misura le forcole e i batte le penoe. Quando che i va in acqua, co do remae de poca vogia, i xe già fora in canal; ma i se ferma un'altra volta, e i sistema de novo le forcole. Adesso i parte sul serio: i se slonga sui remi che va dentro nell'acqua, eleganti, col ritmo perfetto: in un momento i sparise, dopo del Pordelio, verso Treporti, verso Lio Piccolo.
La barca sbrisa via, svelta, nel riflesso lucente dell'acqua; ecco Crevan, La Salina, la Motta di
S. Lorenzo, S. Cristina, la Motta dei Cunici: xe l'antico arcipelago perduto de Ammiana, nella paluda granda: rompendo el silensio incantà, dove che 'na volta ghe gera cese e palassi, d'improvviso salta un pese, fora de l'acqua.
Xe la nostra laguna, xe le nostre barche, xe i ricordi, che ne vien a trovar. I visi muti dei nostri veci e dei nostri amisi che ne parla coi oci: molti xe ansiani, tanti no i ghe xe più.
Montemo in barca co lori e insieme partimo; sentimo, in cavata, el slancio de la prova che gorgoglia nell'acqua e ne torna, vogando, la forsa del remo nei brasi e, nel petto, la gioia e l'orgoglio: "dai!, daghe!, daghe ancora!, dai che ghe la femo!, semo davanti!".
Adesso, con le ale dei nostri remi, stemo svolando su l'acqua, come un grando, bianco, gabiàn:
"Ciao nono, ciao papà, ciao amighi mii. Semo tutti qua in barca, tutti insieme, de novo".
Renato Bullo